Di seguito brevi “appunti” dal dibattito, tenutosi il 23 Luglio con Roberto Bernabò, Andrea Romano e Marco Damilano dal titolo: La trasformazione dei partiti, Il campo del centrosinistra e … LA LIBECCIATA DI LIVORNO
Appunti che nonostante la parzialità rispetto alla discussione rendono evidenti alcuni spunti molto interessanti per una riflessione sul futuro politico del Paese e della città.
Le brevi note sono precedute dal nome della persona indicata con:
Roberto Bernabò ( RB )
Andrea Romano ( AR )
Marco Damilano ( MD )
*** RB ***
Livorno, una città che ha scelto
… pur di cambiare: “peggio di questi non potranno fare”.
Mi sarei aspettato un maggiore “impegno” da parte della dirigenza
nazionale del M5S nella scelta della nuova giunta.
*** AR ***
A Livorno si è verificato un evento normale!
Strano per chi ci vive, ma normale. Un evento molto europeo.
E’ comunque uno sblocco di una situazione statica, quindi può esser vista
come traumatica ma comunque positiva.
A ridosso delle elezioni, vista dal di fuori, Livorno sembrava una città
che aspettava la soluzione dall’esterno. Incapace di trovare risorse
interne.
Abbastanza strano che il PD per voce di Cosimi fosse in cerca di candidati
esterni dimostrando di non avere risorse interne.
A livello nazionale, dobbiamo fare riforme che si spingano a forme di
presidenzialismo in modo da dare maggiore responsabilità a chi governa.
*** MD ***
Se questo è veramente il primo dibattito pubblico, aperto, al di fuori del
PD, dopo le amministraztive … allora mi preoccuperei molto!
Vista da Roma, Livorno per il M5s non è un elemento da sbandierare.
Non è sicuramente come Parma.
Nogarin viene abbastanza ignorato.
A Roma la leadership del M5S diventa sempre piu’ parlamentare.
Di Livorno non se ne parla nel M5s e nemmeno nel PD.
Quindi Livorno ha un misconoscimento da parte del PD senza Renzi e del M5s senza Grillo!
Il M5s non è antipolitica ma è politica allo stato puro sia nelle forme
organizzative che nel linguaggio.
Renzi è una risposta tutta politica interna al PD. Ma Renzi la interpreta
come esterna ai riti della politica.
Può un gruppo dirigente stare fermo in una situazione di questo tipo? No!
Riguardo alle riforme, Non temo la deriva autoritaria ma temo la deriva pasticciona!
*** RB ***
Mi preoccupa questa idea del misconoscimento e quindi dell’isolamento di Livorno.
Andrea come vedi la riaggregazione nel centrosinistra ?
Marco puoi approfondire la questione della leadership M5S?
*** AR ***
M5S a Livorno, magari potrà essere permeata dal PD e quindi anche per questo non ha nessun senso fare ora le barricate!
In una Italia moderna il centrosinistra dovrà essere una grande “tenda” in cui vi
siano sotto tutti coloro che vogliono riformare.
*** MD ***
Siamo in una situazione in cui tutti i leader sono extraparlamentari
quindi si è in una situazione di profonda frizione.
Nel M5s lo stato d’animo diffuso è quello che Grillo possa da un momento all’altro ritirarsi.
Allora i M5S stanno tentando di camminare con le proprie gambe e prende in parte piede la leadership di Di Maio.
L’evoluzione del M5S sta nell’aver abbandonato il civismo ed ora si torna
ad un M5S movimentista.
Se PD si disegnerà come “partito della Nazione” si torna allo schema della
prima Repubblica con il M5S che giocherà il ruolo di partito opposizione, partito contro.
Ruolo giocato per molti anni dal PCI contro la DC.
Se invece ci sara’ un sistema maggioritario allora anche il M5S dovrà
fare una scelta ed è probabile che possa spaccarsi!
Ho assistito al dibattito cui si riferiscono le note per tutto il periodo che coprono. Al riguardo, considerato che auspicate di dar spunto ad una riflessione, desidero far presente che, nella stessa tarda giornata, ho segnalato al Direttore Bernabò una questione particolare, che ritengo emblematica appunto rispetto alle intenzioni dichiarate del vostro incontro.
In tutti gli interventi (non solo nelle note) non è mai stata pronunziata la parola “potere”, comunque declinata o accoppiata. E’ una carenza assai significativa. Di fatti la questione cardine della politica italiana – fatta emergere con prepotenza dal caso Livorno (e forse è appunto per questo che il caso viene misconosciuto nazionalmente) – è che non viene considerato che la politica non può mai essere solo di potere ma deve essere anche di idee e progetti circa il modo di convivere nella nostra quotidianità. Il perché sta nel fatto che la politica di potere intende prescindere in vari modi dalla volontà critica dei singoli cittadini. Che prima o poi se ne accorgono e non intendono fare più i sudditi.
Ciò vale in Italia e a Livorno. A Livorno, un esempio pratico è un’inesattezza di Bernabò a proposito dell’Ospedale. Non è esatto ammettere che l’amministrazione Cosimi avesse dibattuto la questione Montenero prima delle elezioni 2009. Questa è la tesi falsa (sottolineo falsa) ripetuta anche lo stesso mercoledì sul Tirreno da larga parte degli ex consiglieri PD. La verità è l’esatto contrario (indiscutibilmente comprovabile con la semplice lettura del programma elettorale 2009 di Cosimi, per constatare che non vi esiste parola sull’ubicazione a Montenero). Questa notazione, specie considerato il successivo accanimento con cui l’Amministrazione e il solo PD (salvo i satelliti sciocchi) hanno difeso l’indifendibile su Montenero, prova che il nodo della questione, al di là del merito, è il disprezzo che il potere ha per i cittadini, nella logica di “ragazzino lasciami lavorare”.
Dunque, se Livorno vuol cominciare a risalire la china, non aspettiamoci palingenesi da chi oggi è Sindaco quasi incredulo e di certo non preparato ad esserlo, ma piuttosto iniziamo a praticare la virtù concreta delle idee e progetti cicostanziati sul governo della convivenza per quel che è a nostra portata di mano: non affidandolo solo al potere. E’ una questione che riguarda tutti i cittadini, nei rispettivi diversi ruoli.